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2 Marzo 1996

Il nuovo mondo di Celibidache

 

L’inopinata uscita in rapida successione, verso la fine dello scorso anno, di ben tre video dedicati all’arte interpretativa di Sergiu Celibidache – direttore com’è noto quant’altri mai refrattario alle registrazioni e alle incisioni discografiche – fece pensare che si preparasse una sorta di celebrazione postuma del grande direttore rumeno, abbondantemente giunto oltre la soglia degli ottant’anni.

Proprio nel corso del 1995 Celibidache aveva dovuto interrompere per ben due volte, e per lunghi periodi, la sua attività dal vivo, ormai limitata alla sola direzione dei suoi fedelissimi Filarmonici di Monaco. E la seconda di questa interruzioni, per somma disdetta, era avvenuta proprio alla vigilia del suo ritorno in Italia, con un concerto previsto a Firenze nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino. La rottura del femore, per un uomo di quell’età, già da tempo alle prese con problemi di circolazione, non lasciava prevedere nulla di buono: avremmo rivisto di nuovo Celibidache sul podio della sua orchestra? Fu con questo spirito angosciato che letteralmente divorammo, vedendoli e rivedendoli più volte, i tre video offerti dalla Teldec: una suprema realizzazione della Sinfonia “Dal Nuovo Mondo” di Dvořák e quattro monumenti del repertorio concertistico romantico, i Concerti per pianoforte di Schumann, Čajkovskij e Brahms (Primo e Secondo), suonati da Daniel Barenboim e ripresi dal vivo tra il ’90 e il ’91 a Erlangen e Monaco.

Oggi che Celibidache, per nostra fortuna, ha ripreso a dirigere (non più di un mese fa fummo testimoni, prima commossi poi estasiati, della sua riapparizione in pubblico a Monaco, con un’Eroica di incredibile vitalità e profondità umana prima ancora che musicale), la visione di questi documenti conferma quanto meno l’unicità di un’esperienza artistica che non potrà mai surrogare l’emozione dell’ascolto dal vivo. E tuttavia il clima di tensione e di concentrazione espressiva che Celibidache riesce a creare durante le sue esecuzioni si comunica anche attraverso la riproduzione, nelle dimensioni ridotte di uno schermo: l’aura magica che circonda la sua figura, la forza che promana dalla stessa parsimonia dei suoi gesti e delle sue espressioni severe, la perfetta padronanza dell’insieme e dei singoli respiri della frase, le geniali sottolineature degli snodi decisivi della forma, tutto ciò si percepisce distintamente ad ogni passo di questi eccezionali documenti, rivelando quell’assolta comunione di spirito e materia che è l’essenza stessa dell’arte interpretativa di Celibidache.

La presenza di Daniel Barenboim come solista, un’attività da lui ormai sacrificata per quella di direttore, costituisce un altro motivo di interesse di queste pubblicazioni, non a caso indicate in Francia, Germania e Inghilterra come l’evento dell’anno nel settore dei video musicali. Anche se siamo lontani dalle estasi celestiali raggiunte da Celibidache nei suoi ultimi concerti con Michelangeli (anch’essi, pare, filmati e di prossima uscita), l’accordo di Barenboim con il direttore è ragguardevole e conduce, soprattutto nel Concerto di Čajkovskij, a esiti sorprendenti. È un po’ come se tutti e due, quasi celiando, si divertissero a mettere in riga le debordanti accensioni del pezzo, accentuandone i tratti velleitari e, da ultimo, la visionaria tragicità. Se ne esce a dire il vero un po’ storditi; tanto quanto invece il cofanetto brahmsiano ci induce ad austera riflessione, proiettandoci verso una sorta di inquieta trasfigurazione. Che è del vedere e notare singoli dettagli prima ancora che dell’ascoltare.

Nel “Nuovo Mondo” Celibidache e i Filarmonici di Monaco compiono un autentico miracolo di virtuosismo e di ebbrezza sonora che non si lasciano più nemmeno vedere o ascoltare ma soltanto intuire, desiderare, amare. Consiglieremmo di cominciare da qui per capire l’incommensurabilità di Celibidache: un fascino e una grandezza che il bellissimo documentario di Jan Schmidt-Garre che segue alla Sinfonia ci aiutano a spiegare, illudendoci quasi di poterne entrare a far parte, sia pur solo come devoti discepoli di un’idea.

 

Dvoˇrák: Sinfonia n. 9 “Dal Nuovo Mondo”, seguita da un documentario
di Jan Schmidt-Garre. Teldec 4509-96438-3 (1 vhs); Schumann, Concerto per pianoforte in la minore op. 54;   ˇCajkovskij, Concerto per pianoforte n. 1 op. 23,
pf Barenboim Teldec 4509-94192-3 (1 vhs) Brahms, Concerti per pianoforte n. 1 e 2,
pf Barenboim Teldec 45-99022-3 (1 vhs) Münchner Philharmoniker, dir Celibidache.