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1 Agosto 1993

Attualità discografica

 

Opera e musica vocale

WAGNER

La cavalcata delle Walkirie, Wiener Philharmoniker (registrazione 1955); Die Meistersinger von Nürnberg, Preludio atto I, Tannhauser, Ouverture, Tristan and Isolde, Preludio e morte di Isolde, Lohengrin, Preludio atto I, Parsifal, Preludio atto I

Munchner Philharmoniker, direttore Hans Knappertsbusch (registrazione: 1962)

Theorema 121.125

 

Se si ascolta questo disco dopo quello di De Sabata, a come se l'orizzonte si restringesse e il fuoco s'indirizzasse verso un paesaggio pia raccolto, aspro e forte, ampio ma limitato. Qui non è il suono in sè a essere importante, ma l'idea, la concezione: severa nell'articolazione, ma con 1'aria che circola liberamente, massiccia negli spessori, non incrinati da crepe e indugi che tolgano il respiro come per improvvisi collassi o sobbalzi. Knappertsbusch non era un interprete soggettivo, era piuttosto un celebrante dell'immodificabile: il suo Wagner sembra abitare in un Walhalla sopravvissuto alla distruzione e al crepuscolo. Ed a proprio la forza incrollabile delle sue certezze, di cui la lentezza dei tempi rappresenta l'aspetto dimostrativo, metafora più che realtà della musica, a costituire l'elemento paradigmatico di una concezione sottratta non solo alle meravigliose inadeguatezze dell'uomo che si interessa sul proprio destino di individuo ma anche al divenire della storia. II Wagner di Knappertsbusch a irreale perchè si colloca fuori dal tempo, cristallizza gli spazi e li rende blocchi monolitici imperituri. E dunque noi li possiamo contemplare in tutta la loro grandezza e interezza. Se non esistesse altro Wagner al di fuori di quello di Knappertsbusch, noi crederemmo perfino che la musica si identifichi da cima a fondo con Wagner, e che non vi sia altra musica al di fuori di lui. Invece sappiamo che non a cosi. Non solo esiste altra musica, ma esistono anche molti altri Wagner. Ciò che rende uniche le interpretazioni di Knappertsbusch è la forza dell'assoluto che si svela nella nostra coscienza come parte: parte di un tutto tuttavia inteso come tale, senza che vi sia dramma o sgomento. Lo sgomento nasce dal momento in cui il sogno cede a poco a poco alla veglia: finche non si aprono gli occhi, e appare il monumento di Wagner. Lì Knappertsbusch scompare. I suoi tempi e i suoi spazi sono la realizzazione di un'idea che non si rassegna alla perdita del sogno, e non vuol sapere ciò che accadrà dopo il risveglio, attorno al monumento. Par di leggerne 1'avvertenza: non sono ammessi i profani, nè i deboli di spirito.



Musica Viva, n.7/8 – anno XVII